Nuovo Capitolo / Edizione Riveduta e Completamente Aggiornata a Gennaio 2015
E’ finalmente disponibile la biografia di David Sylvian.
Completato in tre anni, il libro copre il periodo della carriera da solista di Sylvian dal 1982 al 2015.
Oltre ad essere uno dei compositori più innovativi ed influenti della musica pop, Sylvian è un uomo enigmatico e complesso ed il viaggio musicale, personale e spirituale che ha intrapreso attraverso gli ultimi tre decenni risulta di uno spessore affascinante.
Il libro inizia dallo scioglimento dei Japan, la band di cui Sylvian era frontman tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80. All’inizio della sua carriera da solista pochi avrebbero compreso quanto l’innovazione e l’improvvisazione sarebbero divenute il riferimento centrale del suo lavoro.
E’ finalmente disponibile la biografia di David Sylvian.
Completato in tre anni, il libro copre il periodo della carriera da solista di Sylvian dal 1982 al 2015.
Oltre ad essere uno dei compositori più innovativi ed influenti della musica pop, Sylvian è un uomo enigmatico e complesso ed il viaggio musicale, personale e spirituale che ha intrapreso attraverso gli ultimi tre decenni risulta di uno spessore affascinante.
Il libro inizia dallo scioglimento dei Japan, la band di cui Sylvian era frontman tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80. All’inizio della sua carriera da solista pochi avrebbero compreso quanto l’innovazione e l’improvvisazione sarebbero divenute il riferimento centrale del suo lavoro.
Da stimata icona della musica pop a libero performer-improvvisatore, il suo viaggio è stato tutt’altro che lineare ed il libro evidenzia come i vari aspetti della vita di Sylvian: il suo sviluppo personale, la sua crescita spirituale e la sua evoluzione musicale si intreccino per rendere una storia densa e complessa.
Il libro svela questa complessità, offre numerosi scenari interessanti e punti di vista sorprendenti. Se desiderate indagare i dettagli compositivi, il significato dei testi e i messaggi celati in un particolare brano oppure siete interessati all’analisi dettagliata del viaggio personale e spirituale del compositore nel corso degli ultimi trenta anni ed oltre, allora questo libro sarà per voi rivelatore.
Scritta da Chris Young, On the Periphery, é un’opera strutturata ed esaustiva frutto di attenta ricerca. L’autore ha viaggiato attraverso gli Stati Uniti, il Giappone, l’Europa ed il Regno Unito al fine di raccogliere informazioni e scovare i pezzi necessari per mettere insieme il “mosaico”. Inoltre, per mezzo dell’analisi di centinaia di interviste tratte dalla stampa, la TV e la radio, Young riesce ad usare le parole di Sylvian stesso per raccontare la sua storia.
Copertina rigida - 484 pages
Editore: Malin Publishing Ltd
Lingua - Italian
ISBN: 978-0-9927228-1-4
Dimensioni: 234 x 153 mm
Prezzo: €32.90
CONTENUTI
On the Periphery copre l’intero corso della carriera da solo di David Sylvian ricostruendo la storia del suo sviluppo musicale, spirituale e personale dal 1982 al 2015. Il libro attraversa tutti i lavoro da solo ed in collaborazione di Sylvian durante questo periodo di trentatre anni includendo la dettagliata analisi di come sono stati realizzati questi lavori, il loro intrinseco significato, le influenze che hanno influito su di essi ed i messaggi che vi sono contenuti:
Opere a suo nome: Brilliant Trees; Alchemy; Gone to Earth; Secrets of the Beehive; Dead Bees on a Cake; Everything & Nothing; Camphor; Blemish; When Loud Weather Buffeted Naoshima; Manafon; Sleepwalkers; Died in the Wool
Opere in collaborazione: Rain Tree Crow, Nine Horses, The Kilowatt Hour
Individual Collaborations: Ryuichi Sakamoto, Holger Czukay, Sandii & the Sunsetz, Virginia Astley, Mick Karn, Hector Zazou, Russell Mills, Robert Fripp, Nicola Alesini & Pier Luigi Andreoni, Andrea Chimenti, Readymade, Tweaker, Christian Fennesz, Blond Redhead, Takagi Masakatsu, Punkt, Steve Jansen, Joan as Policewoman, Arve Henriksen, Land, Jan Bang & Eric Honoré, and Stephan Mathieu.
Il libro di 500 pagine con copertina rigida, é diviso in tre parti
Parte 1 tratta del periodo dal 1982 al 1987. Un periodo relativamente prolifico per Sylvian caratterizzato da una determinata coerenza tra i lavori principali: Brilliant Trees, Alchemy, Gone to Earth, and Secrets of the Beehive.
Parte 2 tratta dal periodo dal 1988 al 2002 dominato da numerosi progetti condivisi che portano al suo seguente lavoro da solo: Dead Bees on a Cake e culmina con l’uscita di compilations retrospettive (Everything and Nothing and Camphor) associate alla separazione dalla Virgin.
Parte 3 ci accompagna dal 2003 ad oggi. Inizia con Blemish, attraversa il periodo di Nine Horses, Manafon, Sleepwalkers, Died in the Wool e di lavori più recenti con Jan Bang a Stephan Mathieu e termina con la pubblicazione a Novembre 2014 del brano di lunga durata “there’s a light that enters houses with no other house in sight.”
Il libro interpreta la musica di Sylvian come risultato della sua vita personale e della sua evoluzione spirituale. Capitoli e titoli delle tre parti sono:
Parte 1: Alla ricerca del vocabolario giusto
(1982 – 1987)
Ora mi trovo da solo
Un mondo migliore giace davanti a me
Una serie di possibilità
Quei giorni sono andati
Partita nuovamente persa
Parte 2: Il cammino verso la redenzione
(1988 – 2002)
Trascinato dalla corrente
Verso la casa dell’amore
Collassando nella gioia
La grazia è una mia conoscente
A proiettile partito
Parte 3: I cieli grigi
(2003 – 2015)
La verità subentra
Raddrizza quella cravatta
Il mondo è tutto
Pareggiando i Conti
Canzoni per la fine del tempo
Le ombre trattengono il respiro
In Attesa di Accompagnarci a Casa
Nessun'altra casa in vista
ESTRATTI
Estratto 1 dal Capitolo 2
Un mondo migliore giace davanti
I riferimenti a filosofi ed artisti fatti su Brilliant Trees furono percepiti da alcuni come un po’ pretestuosi, ma un’opinione più generosa apprezzò invece come Sylvian stesse trovando una propria strada. Tali sostegni agirono da rinforzo per i pensieri e le sensazioni con le quali Sylvian stesso si stava misurando e li usò per determinare la direzione dello sviluppo dei... Leggi Tutto...
Estratto 1 dal Capitolo 2: Un mondo migliore giace davanti
I riferimenti a filosofi ed artisti fatti su Brilliant Trees furono percepiti da alcuni come un po’ pretestuosi, ma un’opinione più generosa apprezzò invece come Sylvian stesse trovando una propria strada. Tali sostegni agirono da rinforzo per i pensieri e le sensazioni con le quali Sylvian stesso si stava misurando e li usò per determinare la direzione dello sviluppo dei propri processi mentali. Sylvian spiegò la propria logica, nel contempo indicando quanto l’uso di riferimenti a nomi famosi non fosse poi un meccanismo tanto perfetto: “Penso d’aver incorporato troppi riferimenti ad artisti e scrittori nel mio lavoro, ma la ragione per cui l’ho fatto era che rappresentavano la mia comunità. Non ne avevo una nel mondo fisico. Così ho trovato delle persone che la pensano come me nell’opera degli altri e come risultato li ho trascinati nel mio lavoro. Come gruppo di individui affini, vivi o morti, non ha importanza. Diciamo che ho legato con loro.”8
Sylvian aveva solo venticinque anni quando Brilliant Trees fu concepito. Come individuo aveva ancora tanto da imparare, come artista era proprio all’inizio del “nuovo “ percorso e, senza le restrizioni imposte dall’essere parte dei Japan, ora poteva far scorrere apertamente la sua libertà d’espressione e di pensiero. Fino alla maturazione di questa esplorazione, il lavoro di Sylvian rappresentava una finestra sui suoi interrogativi ed una visione affascinante sui primi passi di questo lungo viaggio. Col tempo, come vedremo, gli effetti degli avvenimenti della vita: la rottura della relazione con Fuji, la spirale depressiva ed il suo matrimonio con la conseguente separazione da Ingrid Chavez, avrebbero influito seriamente su questo viaggio. Ogni cosa però, buona o cattiva, era vista come affermazione vitale e sarebbe stata gettata nel calderone e aggiunta alla ricchezza del suo lavoro. La vita era luce e ombra, felicità e tristezza, il bene ed il male ed una continua esperienza di tutte questa cose era la benzina del lavoro di Sylvian.
Durante tutta la sua carriera Sylvian ha sempre avuto un’idea positiva del suo primo lavoro, posizione non sempre mantenuta di fronte alla rivisitazione di altro proprio materiale. Un paio di decenni dopo l’uscita di Brilliant Trees e in un momento in cui la sua evoluzione musicale lo aveva condotto lontano anni luce dai procedimenti usati per concepire il suo primo album da solo, gli fu chiesto a quale dei suoi progetti passati ripensasse con maggior orgoglio. La sua risposta? “Probabilmente Brilliant Trees, c’era un tale senso d’avventura, realizzando la propria prima incisione, incontrando quei musicisti meravigliosi…senza conoscerne alcuno prima. Quel senso di distacco dalla realtà ne libera la mente e aumenta il loro coinvolgimento come suonatori”37
Brilliant Trees fu un disco importante e in particolare definì un modo di lavorare presente ancora oggi. Come prima pietra del proprio lavoro futuro era solida e avrebbe rappresentato il modello per tutto ciò che sarebbe seguito. Davanti al proprio pubblico Sylvian scopriva i valori della vita e una filosofia alla quale avrebbe potuto agevolmente aderire. “Iniziai a cercare la profondità spirituale e mi sento come se avessi piantato delle radici fresche in un terreno molto fertile”38
Sylvian suggerì che Brilliant Trees “dovesse riflettere il livello più elevato raggiungibile da un essere umano”39 e ciò rimase come obiettivo centrale del suo lavoro futuro. Tale lavoro avrebbe avuto in comune con Brilliant Trees anche l’uso della collaborazione come mezzo di espressione musicale, l’uso delle qualità liriche ambigue per alludere all’illuminazione spirituale nel contempo rendendosi più accattivante al suo pubblico sul piano personale e l’impiego di testi e musica fusi insieme per creare un’atmosfera unica. Al fine di trovare le “voci” giuste per generare quest’atmosfera, i suoi collaboratori sarebbero cambiati attraverso gli anni, ma il suo intero catalogo realizzato da solo ed in collaborazione avrebbe condotto il suo pubblico nel viaggio della sua crescita personale e di sviluppo come uomo ed artista. Più di ogni altra cosa colpisce come la musica permise a Sylvian di rivelarsi al suo pubblico, di non nascondersi come faceva prima di lavorare da solo. Nel fare questo stava allentando il legame tra sé e la sua precedente schiera di fans. Lo zoccolo duro dei suoi fans si sarebbe ora preparato alla battaglia rappresentata da questo nuovo viaggio. I fans duri a morire dei Japan stavano per lasciare il recinto in cerca di altri luoghi dove pascolare.
Estratto 2 dal Capitolo 6:
Trascinato dalla corrente
Nonostante il progetto Rain Tree Crow fosse ricco di complessità e paradossi, il tema onnipresente era la disperazione personale di Sylvian. Chiunque, interessato alla carriera di Sylvian, avrebbe notato che l’ultima crisi così intima gli era accaduta durante lo scioglimento dei Japan. A questo punto della sua carriera, però, una delle soluzioni possibili fu di riunire nuovamente... Leggi Tutto...
Estratto 2 dal Capitolo 6: Trascinato dalla corrente
Nonostante il progetto Rain Tree Crow fosse ricco di complessità e paradossi, il tema onnipresente era la disperazione personale di Sylvian. Chiunque, interessato alla carriera di Sylvian, avrebbe notato che l’ultima crisi così intima gli era accaduta durante lo scioglimento dei Japan. A questo punto della sua carriera, però, una delle soluzioni possibili fu di riunire nuovamente i membri della band! Come detto in precedenza, Sylvian fece ricorso all’aiuto di un terapista e ciò rese la situazione ancora più complessa. Gli permise di analizzare quello che gli stava accadendo, ma era abituato a superare gli ostacoli in altro modo. Da sempre nella sua carriera quando cercava di capire la via per una definitiva redenzione, intraprendeva la strada della consapevolezza spirituale e si immergeva nell’apprendimento spirituale. Stavolta, però, capì che cercare la soluzione dei propri problemi personali sulla strada della spiritualità non era l’opzione migliore. “I miei istinti di base sono spirituali, ma penso sia un errore andare direttamente in quella direzione perché la consapevolezza spirituale è una cosa talmente vaga che, se la mente è annebbiata dalle esperienze di questa vita, diventa così potente da poter creare qualsiasi cosa nella quale vuoi credere. È piuttosto pericoloso. La terapia è stata un modo di fare chiarezza e mi ha aiutato a capire tante cose di me stesso. È un processo continuo, non finisce mai. Non è mai: ‘Va bene ora, l’ho fatto e capisco.’ Più impari e più c’è da imparare.” 80
Col tempo, Sylvian capì sempre di più che solo lo spiritualità poteva dargli le risposte che cercava, ma in quel momento, dato che faticava a focalizzare, la terapia gli dette il sostegno mancante. Affiorava inoltre un periodo della vita di Sylvian ricco di problemi irrisolti: la sua infanzia. L’aspetto desensibilizzante della sua giovinezza, a casa, a scuola e nell’ambiente difficile della periferia sud di Londra negli anni ‘70lo aveva abituato a bloccare gli stimoli nocivi per non assorbirne la negatività. Il suo terapista si concentrò senza dubbio su questo periodo della sua vita mettendone in risalto la rilevanza. Sylvian era cosciente dell’importanza della propria infanzia ed era incline a pensare che i relativi problemi erano legati al ruolo che i genitori avevano assunto rispetto ai figli. I genitori avevano dovuto preparare i figli alle potenziali prove e difficoltà insite nell’ambiente in cui stavano crescendo.
Sylvian vide questo come un’incitazione a proteggere la propria anima. L’aiutò ad allontanare i “pericoli” imminenti, ma mise la propria vita in attesa, la rese irreale, governata da un pilota automatico. Lasciava scorrere le cose o le faceva rimbalzare sugli scudi che aveva issato. Non permetteva che la parte cosciente del suo Io intervenisse e mettesse in dubbio gli eventi, osservasse le situazioni per quello che fossero e le valutasse buone o cattive, giuste o sbagliate, positive o negative. La terapia portò chiarezza e Sylvian ebbe un momento d’illuminazione: “ Improvvisamente capii che la pausa necessaria alla consapevolezza è quello che l’artista prova a introdurre nella vita di tutti.
Il ruolo dell’arte nella società è quello di creare uno spazio dove poter raggiungere la consapevolezza ed in quello spazio ci deve essere la possibilità di porre domande.”80
Questo concetto apparve di fondamentale importanza. Diventò la base di tutte le produzioni di Sylvain e forse era già stato, inconsapevolmente, la base di ogni suo lavoro passato. Voleva suscitare la reazione del pubblico, dargli uno spazio nel quale potesse riflettere. Sì, certe volte voleva provocare delle domande, ma desiderava che l’ascoltatore, in questo modo, potesse entrare a contatto coi propri sentimenti. Questo tipo di consapevolezza era il centro degli insegnamenti del Buddismo. Per Sylvian il momento della rivelazione, che avvenne mentre lavorava al progetto Rain Tree Crow, in termini di crescita spirituale fu essenziale. Spiegò perché: “Questo documento è importante per me, perché segna la fine di molte relazioni intime come la mia associazione col cristianesimo.”31
Estratto dal Capitolo 11:
La Verità Subentra
Abbiamo documentato i numerosi cambiamenti nella vita di Sylvian tra il 1999 e il 2002, cambiamenti che poteva controllare, cambiamenti che erano positivi da un punto di vista personale e creativo, cambiamenti che fecero da fondamento per un futuro con tante possibilità da sfruttare e da cui trarre piacere. Stava però per succedere qualcosa di .. Leggi Tutto...
Estratto dal Capitolo 11: La Verità Subentra
Abbiamo documentato i numerosi cambiamenti nella vita di Sylvian tra il 1999 e il 2002, cambiamenti che poteva controllare, cambiamenti che erano positivi da un punto di vista personale e creativo, cambiamenti che fecero da fondamento per un futuro con tante possibilità da sfruttare e da cui trarre piacere. Stava però per succedere qualcosa di inaspettato che avrebbe cambiato la vita di Sylvian. La sua relazione con Chavez stava per terminare. Entrambi conservano un silenzio dignitoso sui motivi della fine della loro relazione, vicenda che non desidero esplorare. Il fatto che sia successo ed i motivi per il quale sia successo vanno lasciati da parte. Significativo è come questo evento doloroso ebbe effetto su Sylvian e come fu espresso nelle sue opere da quel punto in poi. Esistono dei paralleli molto interessanti tra questo periodo delle vita di Sylvian e quello della fine della sua relazione con Yuka Fujii tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90
Come abbiamo visto il periodo iniziale da solista chiese un proprio prezzo sia dal punto di vista personale, sia da quello creativo. Sylvian si ritrovò – dopo un lungo periodo di creatività positiva con la pubblicazione di Brilliant Trees, Gone to Earth, Secrets of the Beehive e tutti i risultati delle sue fruttuose collaborazioni degli anni ‘80 – sfinito, cadde in depressione e fu completamente incapace di comporre. Ci furono momenti in cui contemplò la possibilità di gettare la spugna ed abbandonare del tutto l’ambiente musicale. “Quest’esperienza mi aveva completamente intorpidito. Non potevo scriverne. Non era neanche una possibilità. Ci ho messo almeno cinque anni ad elaborare tutto psicologicamente. Non penso che avrei potuto superarla da solo, i sensi di colpa, l’infelicità, e la tristezza erano troppi. Quando muore qualcuno almeno hai la perdita fisica della persona. Però quando finisce una relazione importante la persona è ancora presente nella tua vita fino a un certo punto e questo complica enormemente il problema.”75
Questa situazione è in notevole forte contrasto col periodo che iniziò nel 2003, periodo che è testimone di quanto Sylvian fosse maturato come uomo – personalmente e spiritualmente – e quanto fosse maturato come musicista: non solo riuscì ad affrontare la delusione della disintegrazione della sua relazione con Chaves, ma usò la musica come chiave per affrontare i propri problemi. La musica faceva quindi parte della soluzione e non del problema. “Questa volta sentivo di essere pronto a affrontare le emozioni a testa bassa…. Sono molto coinvolto con certi tipi di meditazione e rituali e così via, e penso che vivere queste pratiche crei uno stato mentale abbastanza bilanciato che mi ha aiutato a guardare nel profondo gli aspetti più oscuri del mio lato emotivo ed a uscirne fuori. Questa volta la musica era l’unica cosa sulla quale potevo appoggiarmi. Mi poteva aiutare in un modo che non era possibile negli anni ‘80. Avevo appena finito di lavorare sulla retrospettiva per Virgin. Ero pronto a liberarmi completamente di tutto questo. E siccome avevo costruito il mio proprio studio in casa nel New Hampshire, potevo entrare in uno spazio che era interamente mio. Avevo la libertà di esplorare le mie proprie idee senza i soliti limiti di tempo.”75
Estratto dal Capitolo 14:
Pareggiando i Conti
Sylvian era sempre stato restio ad andare in tournèe e stava piuttosto a disagio durante il tour di Blemish (Imperfezione). Pur divertendosi, lui e Jansen erano costretti ad esibirsi in una performance musicale con poca libertà d’interpretazione. Non ci volle molto perché esaurissero ogni possibile esplorazione creativa offerta dal repertorio e di conseguenza... Leggi Tutto...
Estratto dal Capitolo 14: Pareggiando i Conti
Sylvian era sempre stato restio ad andare in tournèe e stava piuttosto a disagio durante il tour di Blemish (Imperfezione). Pur divertendosi, lui e Jansen erano costretti ad esibirsi in una performance musicale con poca libertà d’interpretazione. Non ci volle molto perché esaurissero ogni possibile esplorazione creativa offerta dal repertorio e di conseguenza i concerti divennero una ripetitiva routine, ogni sera la copia di quella precedente. Sylvian concluse di non volere più andare in tour, ma fu convinto a partecipare a quello del 2007 avendo come obbiettivo la rivisitazione del suo vecchio materiale. Apparve subito come questa fosse una scelta sbagliata. Il tour The World is Everything (Il mondo è tutto) terminò in Giappone e Sylvian era distutto: “Alla fine dell’ultimo tour del 2007, dopo la serata finale a Tokyo, mentre mi sentivo fisicamente malmesso e psicologicamente esausto un pensiero fatalista attraversò la mia mente come un flash: ‘David Sylvian è morto’. Con ciò arrivò un immenso senso di pace. Ovviamente il pensiero era riferito al personaggio. Quel personaggio, che fosse una proiezione subconscia o che fosse un mezzo per rimanere invisibile oppure qualcosa proiettato su di me, ora non era più me. Durante il tour, a metà della registrazione di Manafon, iniziai a percepire il divario tra me ed il personaggio. Non mi rappresentava più.”125
Ora stava rinascendo un artista in possesso di una chiara motivazione musicale. Sylvian era concentrato sull’improvvisazione e desiderava chiudersi in se stesso più di prima. Questo desiderio era senza dubbio uno dei risultati della separazione da Chavez, ma appariva anche come uno stato da lui prescelto nella ricerca di uno spazio vitale creativo. Che fosse il prodotto di una scelta o di una necessità, o un misto delle due, il Sylvian che si rivela con l’uscita di Manafon è un individuo dalla solitudine quasi completa. E’ un uomo che riconosce l’importanza dell’isolamento, ma che percepisce pure la sofferenza inerente a tale stile di vita. Le uniche visite che riceve sono quelle delle due figlie. “Vivevo un’esistenza molto defilata e passavo il novanta percento dei miei giorni da solo. Mi ci volle un po’ per abituarmi a questo tipo di vita nella quale diventa difficile interagire con altre persone, figuriamoci esibirsi davanti ad un pubblico. Delle volte è una solitudine che sento profonda e confortante, ma altre volte mi isola e mi sento completamente solo. Ho sempre pensato, però, che per produrre qualcosa di fresco e nuovo o di valore devi ritirarti dalle normali influenze sociali e così ho creduto che l’isolarmi in questo modo mi permettesse di liberarmi delle influenze consce o subconscie della vita cittadina immersa nei media. Più me ne allontano e più trovo la mia vera voce.
Naturalmente non posso garantire che ciò valga per tutti, ma per quanto mi riguarda percepisco in questa condizione una chiarezza ed un’integrità che in altre circostanze mi mancherebbero. Non sto dicendo che posso continuare a vivere così o che desidero vivere così. Potrebbe anche essere che vivrò in questo modo per il resto dei miei giorni…ma questo lavoro (Manafon) è nato in questo ambiente, è nato nell’isolamento.”189
Estratto 5 dal Capitolo 15:
Canzoni per la Fine del Tempo
In quel periodo l’unione tra Sylvian e Fujikura oltre a Five Lines (Cinque linee) era incentrata su un lavoro più ampio: la rielaborazione delle composizioni di Manafon che fu poi pubblicata come Died in the Wool (Morto nella lana). Five Lines fu una specie di banco di prova per verificare se i due protagonisti potessero trovare un comune terreno fertile nel quale creare. Leggi Tutto...
Estratto 5 dal Capitolo 15: Canzoni per la Fine del Tempo
In quel periodo l’unione tra Sylvian e Fujikura oltre a Five Lines (Cinque linee)era incentrata su un lavoro più ampio: la rielaborazione delle composizioni di Manafon che fu poi pubblicata come Died in the Wool (Morto nella lana). Five Lines fu una specie di banco di prova per verificare se i due protagonisti potessero trovare un comune terreno fertile nel quale creare. Era un territorio nuovo per Sylvian, ma la conseguente esplorazione artistica era necessaria in quanto ambedue provenivano da ambienti ed esperienze musicali diverse. Come fu descritto da Sylvian: “Era importante capire, con grande chiarezza, che parlassimo la stessa lingua. Stavamo imparando come comprendere ed interpretare il reciproco vocabolario.”204 Five Lines rappresenta un’ottima indicazione di come i due avrebbero poi lavorato su Died in the Wool. In contrasto ad un spigoloso, ma stimolante background di un quartetto archi, contenitore perfetto per la sua voce, Sylvian canta un testo che descrive poeticamente la propria evoluzione.
Cinque linee come una fiammata dai forni / Tirò via i nastri dai loro capelli / Con melodie ritmate dalle lenzuola di sua madre / Canzoni per la fine del tempo
Il pentagramma musicale ha cinque linee. Queste cinque linee avevano espresso per decenni l’esperienze di Sylvian, esperienze che nascevano come “fiammate dai forni” nella sua vita. Ogni pentagramma é descritto da una chiave di violino o di basso avvolta tra le linee del pentagramma stesso tradizionalmente sinonimo di struttura musicale e convenzioni. Da queste convenzioni Sylvian si era dolorosamente allontanato con uno strappo avvenuto simbolicamente separando la chiave musicale dal pentagramma: “tirando via i nastri dai loro capelli”.
Estratto 6 dal Capitolo 17:
In Attesa di Accompagnarci a Casa
Fin dal Luglio del 2013 circolavano notizie su questa nuova iniziativa. Era stato annunciato che The Kilowatt Hour si sarebbe esibito al Punkt Festival in Norvegia il 7 Settembre dopo un breve tour di cinque giorni in Italia. Era una nuova collaborazione in gruppo per Sylvian, sostanzialmente un trio strumentale composto da lui stesso,.. Leggi Tutto...
Estratto 6 dal Capitolo 17: In Attesa di Accompagnarci a Casa
Fin dal Luglio del 2013 circolavano notizie su questa nuova iniziativa. Era stato annunciato che The Kilowatt Hour si sarebbe esibito al Punkt Festival in Norvegia il 7 Settembre dopo un breve tour di cinque giorni in Italia. Era una nuova collaborazione in gruppo per Sylvian, sostanzialmente un trio strumentale composto da lui stesso, Mathieu e Fennesz. Il piano pre-tour era che s’incontrassero in Luglio per passare parte dell’estate a sviluppare materiale per il Punkt Festival e Sylvian era pieno d’aspettative in riguarda a quest’avventura: “Mi sento davvero fortunato ad essere in compagnia di due musicisti che rispetto molto e la cui generosità ed amicizia hanno arricchito la mia vita personale e lavorativa. Faremo una breve escursione insieme per vedere che direzione prendiamo. Senza compiacenze, senza scorciatoie. Cerchiamo qualcosa di unico ed emozionante in modo da offrire un’esperienza nuova a coloro che assisteranno ai nostri concerti.”231
Come abbiamo visto, le strade di Sylvian, Mathieu e Fennesz s’incrociarono inizialmente con Wandermude (Stanco di girovagare)opera non ancora completamente descrittiva del percorso che avrebbero successivamente intrapreso con The Kilowatt Hour. L’improvvisazione usata dal trio fu elemento in comune con la strada presa da Sylvian nella sua carriera da solista. Mathieu cercò di chiarire a cosa ambissero: “Il riferimento per la nostra performance è la “assenza di eventi”. Il nostro obbiettivo è di creare una composizione fino ad un certo punto strutturata, ma con margine per prendere definitivamente forma dal vivo. Così il brano sarà leggermente diverso ogni volta che lo presentiamo in pubblico.”231 Fennesz aggiunse il suo punto di vista: “Vorrei scoprire del materiale attraverso l’improvvisazione. In effetti è un progetto rischioso, ma eccitante. E’ come saltare nell’acqua fredda.”231
Per Sylvian era chiaro come volesse ricreare l’emozione e la spontaneità del rapporto con Czukay degli anni ’80. Il fuoco acceso dalla loro collaborazione di circa 25 anni prima, con Plight and Premonition (Difficoltà e premonizione) e Flux and Mutability (Flusso e mutabilità), ancora ardeva luminoso. L’influenza di Czukay su Sylvian negli anni ’80 era ovvia, ma nessuno dei due avrebbe potuto prevedere il massiccio impatto che il lavoro svolto all’epoca nello studio di Colonia di Czukay avrebbe avuto su l’intera carriera di Sylvian. Con The Kilowatt Hour stava ripercorrendo gli stessi passi. “I brani elaborati con Holger si sviluppavano con naturalezza senza alcun bisogno di un’esecuzione fine a se stessa. Fissammo il tentativo, il materiale insicuro, il vagare di un’idea prima che si solidificasse nella mente come risultato di una propria elaborazione. Fissammo la ripetizione e l’esecuzione al fine di imparare qualcosa a memoria in modo che potesse essere riprodotto con enfasi emotiva. Eliminammo il momento esecutivo ogni qual volta minacciasse di inibire l’improvvisazione. Se dovessi salvare qualcosa dai progetti passati sarebbe questa metodologia.”231
Sylvian era cosciente del fatto che Fennesz e Mathieu avessero lavorato insieme per gli ultimi 15 anni. Avevano di conseguenza una loro familiarità ed una modalità di lavoro consolidata. Ambedue possedevano un modo di lavorare non usuale per Sylvian che accolse la situazione come una sfida alla ricerca di un nuovo linguaggio musicale come aveva fatto per Blemish e Manafon.
Il trio iniziò l’attività nel Luglio del 2003 senza programmi particolari eccetto i concerti prestabiliti Questa nascita fu percepita come l’inizio di un viaggio con biglietto di sola andata, un’avventura che sarebbe risultata altamente stimolante sia per i musicisti, sia per il pubblico se avesse funzionato come sperato.
L’AUTORE
Christopher E. Young
Chris Young è nato nel 1966 e da oltre 25 anni è scrittore di professione. Già giornalista per il Sunday Times, ha collaborato a livello mondiale con numerosi quotidiani, riviste e media on-line.
Da sempre seguace della carriera e della musica di David Sylvian, è stato sollecitato a scrivere un libro sul compositore dal padre, musicista classico e laureato in musicologia, ora defunto, che nutriva un profondo interesse per le composizioni più recenti di Sylvian e specialmente per la sua opera nel campo dell’improvvisazione libera.
Alla Periferia è stato tradotto in italiano dall’originale inglese da Andrea Polinelli. Saxofonista performer, già docente di Improvvisazione ed Analisi presso i Conservatori italiani, Andrea Polinelli è tra i fondatori della Fonderia delle Arti di Roma e docente di Teoria Musicale e Storia della Musica presso il Liceo Coreutico. Tra i propri progetti il duo Poliales Nicandre con Nicola Alesini co-autore assieme a David Sylvian di alcuni brani sul disco Marco Polo citato nel libro. www.andreapolinelli.com
Svolgendo le ricerche per questo libro Chris ha viaggiato per il mondo e si trovava a Tokyo al momento del devastante terremoto del Marzo 2011. Essere in Giappone all’epoca ebbe un notevole impatto su di lui che si trovò testimone della sofferenza di così tante persone.
Una parte dei diritti tratti dalla vendita di On The Periphery andrà alla “Japan Society Earthquake Relief Fund”. Donazioni personali possono essere fatte presso: www.japansociety.org.uk/earthquake
Chris vive a Heswall nella Penisola di Wirral, Regno Unito ed è sposato con Marie.
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